'A fenestrelle (La finestrella)

Déntr’u core ce sta ‘na fenestrelle
e là m’haia affaccia’ pe vede’ u sóle;
tútte quill’atre so’ state arechiúse
e nen m’a fjde a jirli rreapri’.

So’ stracche de penzire,
u sóle n’ce sta cchiù
e tútte ‘sti recurde
me vunne ‘ncerchia’ u cape:
j’ mó so’ ‘na bettjglie
che chiú ‘na góccia d’acque n’ce fa entra’,
u sciate è curte cúrte
e u core dént’u pitte vo’ allucca’.

So’ tante e ttante i péne du passate
e mó se pènze a qujlle che nen sacce
e ‘ncóre hanna menj’,
‘stu core mj’ du pitte ze n’o j’.

E j’ pu’ pènze e ddjche:
– Ma quélla fenestrelle,
a là, chi ce l’ha mjsse? –
U delóre iè llevère ca ze magne
u core nustre
cúmm’a lampe ‘a cannéle,
ma a tútt’ i male ze trove ‘a medecjne,
se quélla fenestrelle nen chiedéme.

Púre Jsse ha cummattute cu delóre,
eppúre iève Grusse: ma pecché?  
Pe mètte ‘na vote pe tútte
pénne ‘n carte,
ca ‘a vjte è quésta
e t’ha da fa’ capace.
‘A gioie n’ce pò sta’ sènza delóre,
púre se tú n’zi’ grusse cumm’a Jsse,
‘na spina sóle
u core te l’ha da sèmpe pengeca’.

E mmó, a mé me manche u sciate
se pènze a quanta gioie hanna ‘rreva’:
u core me z’arrégne de “Veiate!…”
e a vócche ‘na canzóne vo’ canta’.
Levateve da nanze iurne crude,
ca i iurne bille u cagne v’hanna da’,
e púre quanne i lacreme fa scj’
‘a vjte è sèmpe bèlle, paiesa’!

LA FINESTRELLA. Dentro il cuore c’è una finestrella / e là mi devo affacciare per vedere il sole; / tutte quelle altre sono state chiuse / e non ce la faccio ad andare a riaprirle. / / Sono stanca per i [troppi] pensieri, / il sole non c’è più / e tutti questi ricordi / mi vogliono mettere un cerchio intorno alla testa [mi vogliono opprimere]: / io ora sono una bottiglia / che più una goccia d’acqua non fa entrare, / il respiro è corto corto / e il cuore vuole strillare dentro al petto. / / Le pene del passato sono tante e tante / e adesso, se penso a quelle che non conosco / e ancora devono arrivare, / questo cuore mio vuole andarsene dal petto. / / E io poi penso e [mi]dico: / – Ma quella finestrella mia, / là chi l’ha messa? – / Il dolore è vero che consuma / il cuore nostro / come la fiamma la candela, / ma per tutti i mali si trova la medicina, / se quella finestrella noi non chiudiamo. / / Anche Lui ha combattuto col dolore, / eppure era Grande: ma perché? / Per mettere una volta per tutte / penna su carta, / che la vita è questa / e devi fartene una ragione. / Non ci può essere la gioia senza il dolore / e anche se tu non sei grande come Lui, / una spina sola, / il cuore te lo dovrà sempre pungere . / / E adesso a me manca il respiro / se penso a quante gioie dovranno arrivare: / il cuore mi si riempie di "Beato!…" / e la bocca vuole cantare una canzone. / Allontanatevi [per sempre] da me giorni spietati, / perchè i giorni belli vi devono dare il cambio. / E anche quando fa uscire le lacrime, / la vita è sempre bella, paisà!

(Incanto lirico)

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16 commenti su “'A fenestrelle (La finestrella)

  1. anonimo il said:

    SIMBIOSI MALEFICA

    A volte il gioco

    crudele e cinico

    di protrarre oltre misura

    la mia battaglia col dolore,

    (fino alla ferita del pianto),

    mi induce alla rassegnazione:

    solo allora mi sembra di scorgere

    la triste metamorfosi

    dell’edera avvinghiata

    nella Simbiosi Malefica

    della morte lenta,

    fino all’ultima stilla

    di linfa vitale,

    della pianta che l’alimenta.

    Il dolore è il fondo scuro della tela

    sulla quale dominano i colori dell’artista.

    Il dolore è notte scura

    che partorisce l’alba radiosa

    di un nuovo giorno di speranza.

    Anchise E.

    Complimenti, Incanto Lirico.

  2. anonimo il said:

    Il dolore è chicco di grano

    consunto nel terreno,

    sotto le zolle d’inverno,

    che è gia promessa di spiga

    per la gran messe d’estate.

    Il dolore è crocifissione

    dell’Amore Divino sul Golgota,

    che prepara il Sepolcro vuoto

    per la vittoria definitiva

    della Gioia sulla morte.

    A.E.

  3. AbigailGilmore il said:

    Brava Incanto lirico! Mi piace soprattutto l’ultimo “frammento”, in cui dici ai giorni tristi di andarsene via, perchè arriveranno momenti belli 🙂 Lo spero tanto!!! un abbraccio, Abigail

  4. GiMascia il said:

    La vita: pagine di un libro che si ostinano a restare bianche o chiuse.

    La vita: eventi che accadono fuori, ai quali tutt’al più possiamo assistere dalla “finestrella”…

    Cara Incanto lirico, c’è una vena di profondo pessimismo nelle tue ultime composizioni. Che, peraltro, sono molto suggestive.

    Un saluto

    Giovanni

  5. anonimo il said:

    Caro Giovanni Mascia,

    concordo con te sulla “vena di profondo pessimismo” che evidenzi in “Pagine di un libro” e in “ ‘A fenestrèlle”, ma farei una netta distinzione tra le mie due ultime liriche.

    In “Pagine di un libro” l’incomprensione riesce ad incrinare un rapporto consolidato negli anni, e la conseguente delusione disorienta a tal punto da provocare, in chi la subisce, un dolore lacerante ed è proprio con questo dolore che si chiude la lirica .

    In quest’ultima poesia, intrisa anch’essa di pessimismo, si evidenzia invece un elemento positivo: “la finestrella” appunto, quello spiraglio di luce sul buio del dolore.

    E riuscire ad aprirne una, non può certo significare essere relegati a vivere una vita misera.

    Al contrario, ti permette di continuare a viverla appieno quella vita, dentro e fuori di te, dopo aver conosciuto il dolore ed averlo elaborato, nella consapevolezza che quest’ultimo farà sempre parte di te e della vita stessa.

    Era importante per me ribadire il messaggio di speranza che, attraverso i miei versi, ho voluto comunicare.

    Grazie e bellissime cose anche a te.

    Un abbraccio

    Incanto lirico

  6. anonimo il said:

    Ascolta.

    La rara volta

    che m’affacciavo alla finestra

    per questo o quel motivo

    dovevo richiuderla presto

    se volevo restare vivo.

    La lunga processione

    di ciucci, pecore e montoni

    lasciava pagnotte e olive profumate

    sulla strada, infestate di pollastre,

    per non parlare dei secchi ambrati

    che nottetempo annaffiavano il selciato.

    M’affacciavo con gran tormento

    e sempre bestemmiando

    e sempre e solo per qualche istante.

    Per questo ancora campo.

    L’altropoeta

  7. lavelle il said:

    Complimenti come sempre

    se passi da me indovina un pò i personaggi dell’ultimo post?

    Ciao a presto Massimo

  8. Hyeronimus il said:

    Stavolta mi sono arreso e dopo poche strofe ho abbandonato il testo originale e sono andato a leggere la “traduzione”:

    dopo qualche post boccaccesco,

    ecco un testo più serio, doloroso, ma non per questo meno bello, anzi…

    Buona domenica!

  9. artemidoro il said:

    Ricordo. Passavo ore sotto la sua finestra.Non avrei mai trovato il coraggio di dirLe ciò che provavo. Immaginavo la sua vita, al di là, della finestra. Quella soglia che mi separava dalla sua dimensione, però mi permetteva di vederla, immaginare, condividere i suoi giorni.Il tempo passava, cambiando i personaggi della scena…. Lei non c’era più…. Dietro la finestra nuovi abitanti, nuove storie, nuove vite. Nella prima vetrina, camminando un po’ stordito vidi la mia immagine. Quello sconosciuto che stava diventando vecchio non aveva nulla a che vedere con quel fanciullo che sognava. Ora cerco ancora la sua finestra nel mondo, dove ancora Lei ogni tanto mi rivolgeva il Suo misterioso sguardo. La cerco, al di là del tempo e dello spazio. Ma che la trovi o no, c’è ancora una finestra nel mio cuore.

  10. bandierabianca il said:

    Dentro il cuore c’è una finestrella / e là mi devo affacciare per vedere il sole; /

    ma per tutti i mali si trova la medicina, / se quella finestrella noi non chiudiamo. / /

    come è vero! 🙂

    grazie

    un abbraccio

  11. anonimo il said:

    Leggo tanto dolore nei tuoi versi . Spero che da quella finestra tu possa davvero vedere il mondo in una luce diversa e migliore.

    Auguri

    Peppe

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